DALLA LIBERTA’ DI REGGIO EMILIA DEL 28 SETTEMBRE 1958
RESTAURATA A SASSUOLO
La “MADONNA DEL MACERO”
Sono stati recentemente ultimati a Sassuolo alla Chiesa ufficialmente nota come « Madonna del Macero », ma conosciuta dal popolo col nome di Madonna di Sotto.
Si tratta di un Tempio, sorto nel secolo XIII nell’epoca in cui Sassuolo era governata dai Della Rosa che furono i primi signori della «nobil terra di Sassuolo» e dei quali si trovi cenno nella storia locale.
Nella zona, coltivate allora principalmente a canapa, esistevano molti maceri, uno dei quali si trovava proprio accanto al luogo ove sorse la Chiesa che da esso prese il nome. Ci racconta il Tiraboschi che un tal Federico Gazzoni da Fiorano, facendo testamento, dispose un lascito di due soldi modenesi alla Chiesa di Santa Maria del Macero.
La Chiesa primitiva venne poi ampliata nel 1421, anno in cui assunse la bella struttura architettonica che ancor oggi la contraddistingue.
Successivamente e per alcuni decenni essa rimase circondata dalle acque del Secchia per straripamenti a conseguente spostamento dell’alveo di detto fiume le cui acque lambirono le mura del Tempio fino al 1539 anno in cui il fiume ritornò nel suo letto naturale, lasciando all’asciutto la zona dei Maceri e perciò le terre circostanti alla Chiesa.
Questa, poi, nel 1570 passò in custodia ai Padri Cappuccini della Provincia di Bologna che ne presero possesso insediandosi nell’attiguo convento all’uopo costruito.
Tale convento passò poi dai Cappuccini ai Padri Minori Osservanti, i quali nel 1783, si trasferirono nel convento di S. Giuseppe, già dei Padri Serviti, così che la Chiesa della Madonna del Macero ritornò alla Comunità ossia al municipio che l’affidò alle cure del Rettore della Chiesa allora esistente in località Quattro Ponti.
Nel 1784, però, anche quest’ultima Chiesa venne soppressa e il Tempio della Madonna di Sotto o del Macero fu preso in consegna da Cappellano Curato della Prevostura dì Sassuolo.
La Chiesa con l’annesso convento subì poi varie peripezie e vari passaggi fino a che nel 1725 per volere del Duca Francesco IV d’Este ritornò di proprietà dei Padri Minori Osservanti.
Nel 1872, però, in seguito alla legge sull’incameramento dei Beni Ecclesiastici, Convento, Chiesa e proprietà annesse passarono al comune di Sassuolo. Intanto si erano resi necessari alcuni restauri dovuti al logorio del tempo. Ma nulla venne fatto dai nuovi proprietari e cioè dalle varie amministrazioni comunali che si susseguirono dopo il 1872.
Nel 1915 la Madonna del Macero o, per meglio dire, il Tempio della Madonna del Macero fu adibito a deposito foraggio per i quadrupedi dell’esercito, in dotazione alle truppe dislocate a Sassuolo.
E nel 1918, finita la guerra, sgombrato dai detriti e dalle immondizie, fu riaperto al culto nelle pietose condizioni in cui si trovava, tanto che per altari sconnessi e le statue monche il popolo lo chiamava «La Chiesa dei Mutilati ».
Lo tennero poi per un po’ di tempo i Missionari della Consolata di Torino che avevano aperto a Sassuolo un noviziato, ma nulla fu fatto neppure in quella occasione in quanto chi doveva non prendeva a cuore la cosa e chi l’avrebbe presa a cuore non aveva le possibilità finanziarie per affrontare spese non indifferenti.
Ma l’azione del tempo e delle intemperie si faceva viepiù sentire e non si potevano più a lungo procrastinare lavori assolutamente improrogabili e necessari alla stabilità stessa del Tempio. Così, l’Amministrazione Comunale sollecitata anche dalla Prefettura e dal Genio Civile interessati da Monsignor Pellati e dal Cappellano rettore della Chiesa Don Roberto Camellini, stanziò una somma per il restauro del tetto e della facciata che erano veramente pericolanti. Ma la spesa che occorreva per riportare il bel Tempio ad essere degno della preghiera a Dio e del raccoglimento che si addicono alla Casa del Signore, era ben maggiore di quella che l’Amministrazione Comunale aveva stanziato e che, si disse, non poteva per nessun motivo venire superata.
Si è fatto ricorso allora alla carità privata e all’aiuto di’ persone generose. Don Camellini è stato veramente infaticabile e non si è mai vergognato di chiedere e così il Tempio è potuto essere riportato all’antico splendore.
Durante i lavori di restauro è venuto alla luce dietro a una tela sopra il coro un antichissimo affresco raffigurante appunto la Madonna del Macero.
Così il Tempio che già conobbe gli splendori dei secoli scorsi è ritornato raccolto e decente come si addice ad una Chiesa. Nel tempio che ospitò i monaci oranti e le preghiere dei Sassolesi minacciati dalle acque del Secchia, si è svolta giorni fa la cerimonia di inaugurazione, e si è tenuta la rinnovata Sagra delle antiche tradizioni che i nostri maggiori celebravano appunto nel mese di settembre per ringrazia Dio e la Santa Vergine dell’annata di raccolto che avevano mandato a ricompensa delle loro fatiche .LA LIBERTA’ 27 SETTEMBRE 1958 PARLA DI MADONNA DI SOTTO